Abel Wakaam
X Stories
1° X Stories, i mille volti di una straordinaria follia
Camilla era una donna in carriera, un marito meraviglioso e persino un amante da frequentare nei rari momenti in cui riusciva a ritagliarsi un'ora di tempo tutto per sé. Più che un amante, Roman era una specie di gigolò, affidabile e sempre disponibile ad un incontro prenotato all'ultimo istante nel proprio appartamento al settimo piano di quel palazzo signorile dove si accedeva all'ascensore direttamente nei garage, come se fosse una banca svizzera.

Lo vedeva almeno una volta al mese, in quei giorni dove la tensione ormonale la mandava fuori di testa e non poteva certo chiedere al proprio marito una prestazione straordinaria come quella che le sapeva offrire il giovane ucraino dagli occhi di ghiaccio. Lo aveva conosciuto grazie ad una amica di vecchia data, una compagna di università, l'unica con cui aveva mantenuto un rapporto continuativo nel tempo. E con lei si incontrava tutti i venerdì all'ora dell'aperitivo per le solite chiacchiere tra signore e qualche piccante divagazione. Non parlavano mai di Roman né si scambiavano i dettagli sui rispettivi incontri con lui. Forse per una banale questione di imbarazzo, oppure per evitare gli imbarazzanti paragoni.

Quel pomeriggio invece fu proprio Alessia ad introdurre il discorso e lo fece nell'unico modo in cui poteva incuriosire l'amica: - Non lo vedo ormai da cinque settimane, - esordì - e non certo perché sono diventata una brava ragazza!

- Qualche sospetto da parte di tuo marito?

- No, - si fece sorniona - ero stufa delle solite cose.

- Non mi sembra che il nostro comune amico sia un tipo ripetitivo e noioso.

- Forse per te che vai sempre di fretta, - obiettò - ma un conto è passare un'ora con lui avendo i minuti contati... e un altro starci insieme un pomeriggio intero.

- Purtroppo non mi è mai successo, - ammise - non mi sono mai potuta permettere di sparire dalla vita reale per più di un'ora. Ma dimmi, qual è il vero motivo di questa confidenza?

- Avevo bisogno di esperienze nuove, più stimolanti... più trasgressive.

- Dalla tua espressione, direi che le hai trovate. - sorrise Camilla, senza indagare oltre.

- Non vuoi sapere niente? - la incalzò.

- Non siamo solite scendere in certi particolari.

Per tutta risposta, Alessia prese dalla borsa un biglietto da visita e glielo porse: - Credo che tu debba provare un'esperienza diversa, - annuì - può essere che ti si aprano nuove e più divertenti opportunità.

Quando si lasciarono, Camilla percorse la distanza che la separava dalla metropolitana con l'aria pensierosa e il bigliettino tra le dita. Era tentata dal gettarlo nel cestino dei rifiuti, ma qualcosa la costrinse a memorizzare il numero nella rubrica dello smartphone sotto lo stesso nome dell'amica. Tornata in ufficio, cercò inutilmente di risalire a quello strano contatto telefonico e, dopo qualche tentativo, lo relegò in quella parte del cervello dove si accatastano i dettagli inutili della vita. Per oltre un mese non si preoccupò di quell'insulso particolare, almeno finché Roman le comunicò che avrebbe lasciato la città in cerca di fortuna a Londra.

Fu allora che, dopo un freddo saluto che aveva il profumo di un addio, confidò all'amica la sua disperazione: - Era l'unico uomo che sapeva come farmi rilassare. - le spiegò - Ormai mi conosceva in ogni particolare e sapeva dove e come stuzzicare la mia sessualità contorta.

- Forse dovresti smetterla di ripetere all'infinito lo stesso identico gioco, - l'affrontò Alessia - il sesso è fatto di improvvisazione e fantasia!

- Perché cambiare se quello che fai dentro un letto funziona e ti soddisfa pienamente? Sono una donna davvero complicata e faccio molta fatica a raggiungere l'orgasmo.

- E il buon Roman dagli occhi di ghiaccio aveva trovato il modo per accontentarti?

- Ha sempre avuto molta pazienza con me e ci sapeva fare...

- ...più di tuo marito? - la interruppe con una battuta.

- Lui alla fine s'è stancato di prendersi cura del mio piacere, - le confessò - ormai pensa prevalentemente al suo ed io gli lascio credere che sono comunque soddisfatta.

- Cioè? Gli lasci credere che hai goduto?

Camilla annuì: - Ormai è appurato che con lui il sesso non funziona più, - ammise - sempre che abbia mai realmente funzionato!

- Ci sei stata fidanzata per tre anni!

- Allora la scoperta dei primi turbamenti mi confondeva. Poi ho capito che la mia sessualità è troppo contorta. Ho bisogno degli stimoli che lui non è mai riuscito a darmi e di lunghe attenzioni che solitamente gli uomini non hanno voglia di affrontare.

- Roman invece...

- ...Roman invece era lautamente pagato per farlo, - obiettò - quindi si è sempre prodigato senza risparmiare energie.

Alessia la guardò dritta negli occhi abbozzando un sorriso: - Non hai chiamato quel numero che ti ho dato vero?

- No, - le rispose pensierosa - ma adesso che l'ucraino dagli occhi di ghiaccio se ne va, credo che dovrò prendere in considerazione qualche alternativa. Puoi dirmi qualcosa di più nello specifico?

- Non ne posso parlare, - divenne misteriosa - anche perché ognuno ha le sue stanze mentali e deve essere libero di decidere in tutta autonomia qualche porta aprire.

- Non riesco a seguirti.

- Chiama quel numero e segui le istruzioni. Ti avverto però che potresti convivere con una parte di te che ancora non conosci.

- Per te è stato così?

Alessia si rifugiò in un sorriso enigmatico: - Prova... - annuì - e poi mi saprai dire.

Furono quelle ultime parole a convincerla ed appena ebbe un momento libero, richiamò sulla memoria del telefono quel misterioso contatto. Un sospiro profondo, un pizzico di coraggio e premette il pulsante di chiamata. Le rispose una voce digitale, indicandole un codice ed un sito internet in cui usarlo. Sorpresa da quella risposta, riattaccò la telefonata senza memorizzare le informazioni ricevute ma, dopo un paio di minuti, ricevette un sms con la procedura da effettuare.

Non fu facile sottrarsi agli impegni di lavoro, alle telefonate caotiche e alle pressioni dei colleghi di ufficio, tanto che dovette rinchiudersi in bagno per verificare cosa si nascondesse in quel misterioso sito web. La schermata era completamente nera con un unica fessura in cui inserire il codice ricevuto. Tentennò qualche istante e poi digitò la lunga serie di numeri e lettere con estrema precisione. Ciò che le apparve fu un semplice questionario da compilare con una serie di domande molto intime e imbarazzanti. Avrebbe potuto mentire, avrebbe potuto nascondersi dietro delle risposte di convenienza ma, spinta dalla curiosità, cercò di essere il più obiettiva possibile. Al termine dell'operazione, dopo aver premuto il pulsante di invio, la schermata divenne totalmente scura e inaccessibile, lasciandola nel dubbio di aver sbagliato qualcosa. Come già era successo precedentemente col codice, ben presto ricevette un sms di conferma con un link ad una specifica App di comunicazione dal nome curioso: X Stories. Effettuata anche questa nuova operazione, le venne richiesto di inserire un alias che avrebbe garantito il segreto della sua identità. Da quel momento in poi avrebbe potuto accedere a quel mondo sconosciuto fatto di misteriosi individui di cui poteva visualizzare il profilo personale.

Appena tornò alla propria scrivania, ricevette un messaggio da un certo Lollypop: - Benvenuta nel DarkWeb!

Seppur non volesse insospettire i colleghi di lavoro, si affrettò a rispondere nella chat: - Scusami ma non ho la minima idea di cosa sia. Adesso però non sono sola, possiamo sentirci più tardi?

- Tranquilla... - scrisse velocemente lo sconosciuto - contattami tu quando sei libera. Ti basta cliccare sulla mia icona e digitare.

Riuscì a farlo soltanto alla fine della giornata lavorativa e poté finalmente raggiungere la tranquillità della propria auto. - Mi sono appena iscritta, - digitò nervosamente - e non ho la minima idea di come funzioni questa cosa.

Lollypop non impiegò molto a rispondere: - Siamo della stessa città, possiamo vederci per un aperitivo così sarà più facile spiegarti tutto.

- Quando?

- Anche adesso se vuoi. Dove ti trovi?

- In un parcheggio vicino a piazza San Babila, - spiegò Camilla.

- Lascia l'auto lì e raggiungimi in centro, - fu la sua lapidaria risposta - ti aspetto tra mezz'ora in Piazza San Carlo, c'è un piccolo bar a sinistra del colonnato.

Istintivamente chiuse la chat per timore di chissà quali conseguenze. Non era pronta ad un incontro, non lo aveva neppure preventivato e adesso si ritrovava a dover decidere della propria vita in pochi secondi. Mise immediatamente in moto l'auto ma non riuscì mentalmente ad andarsene. Dopo un tempo che le parve infinito, spense il motore e sia avviò lungo il corso. Lollypop non poteva sapere chi fosse ma, allo stesso tempo, sarebbe stato difficile anche per lei individuare lo sconosciuto. Quando giunse a destinazione, non c'era nessuno al centro della piazza. Riaprì la chat e scrisse che era arrivata. Prima che potesse rendersi conto, si trovò davanti una donna che le sorrise in modo divertito. - Non ti spettavi un incontro di questo genere? - esordì.

- Non sapevo proprio cosa aspettarmi, - balbettò timidamente - è accaduto tutto troppo in fretta. In un certo senso preferisco che sia tu il misterioso Lollypop invece di qualche maniaco sessuale.
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