Abel Wakaam
Infedele
1° Infedele, le verità nascoste.
Mara e Andrea si tenevano per mano, guardando dall'alto le minuscole isole che scorrevano sotto l'aereo, in un susseguirsi di paradisi senza tempo. Quattordici ore di volo su un Boeing di linea ed altre tre di trasferimento su di un giocattolo ad elica che sobbalzava ad ogni soffio di vento. Un viaggio interminabile per raggiungere un angolo sperduto della Tailandia, dove la sorella Tania si era sistemata insieme al marito. Una scelta di vita che ormai durava da oltre due anni, e che li aveva portati a realizzare il loro sogno nel cassetto. Gestivano un minuscolo villaggio per turisti, amanti delle immersioni. Poche camere ma esclusive, immerse nella natura più selvaggia. Andrea non li aveva mai conosciuti personalmente e li chiamava scherzosamente "i naufraghi", adesso però era giunto il momento di colmare la lacuna. Finalmente, era stati invitati per una lunga vacanza fuori stagione.

Atterrarono che era quasi il tramonto su di una pista sterrata che faceva paura solo a guardarla. Priva di ogni struttura, nessun radar e nemmeno una sola luce di segnalazione, tanto che il pilota avrebbe dovuto dormire in cabina per ripartire all'alba. Ad accoglierli, la scapestrata sorellina di cui Mara parlava sovente, giunta a bordo di una vecchia jeep scoperta che si era lasciata dietro un'interminabile scia di polvere. Alla prima occhiata, Andrea non riuscì a nascondere il proprio stupore. Atletica, rossa di capelli, con due occhi verdi del color del mare. Così diversa dalla sorella, allo stesso modo affascinante, ma ciò che le differenziava era la malizia nello sguardo.

Baci ed abbracci, in fretta a caricare i bagagli ed una corsa nella giungla prima che calasse l'oscurità: - Qui non si va in giro col buio, - spiegò, guidando con spericolatezza - le strade si riempiono misteriosamente di buche durante la notte.

Mara era seduta davanti, al suo fianco, Andrea invece l'avevano relegato sullo scomodo sedile posteriore a rompersi la schiena. Da lì però poteva tenerle d'occhio entrambe e si godeva il loro seno che sobbalzava ad ogni buca fino al limite della decenza. Gli piacque subito la sorellina, con quel fare da smorfiosa che non lasciava scampo e l'abbronzatura la rendeva ancora più interessante, tanto da chiedersi scherzosamente chi ci avrebbe guadagnato nel cambio.

Arrivarono al villaggio che erano a pezzi, distrutti dal lungo volo e dai trasferimenti, giusto in tempo per conoscere il misterioso Ian e cenare tutti insieme a lume di candela. Un gran bel tipo il ragazzo, lineamenti nordici e fisico bestiale, il classico protagonista di un film su Tarzan, simpatico... solare, divertente. Quella sera crollarono sulle brande senza nemmeno la forza di dirsi buonanotte. Si risvegliarono la mattina col rumore del bimotore che sorvolava l'isola per tornare sul continente. Mara si rifugiò tra le sue braccia in cerca di coccole e si mise a ridere fragorosamente.

- Che c'è? - rispose Andrea, fingendo che fosse tutto normale - mi accade da un anno e mezzo a questa parte!

- Smettila... - lo schernì - ti svegli col pisello duro perché di notte dormi con le mani dentro le mutande. Vieni qui da bravo, fammelo sentire un pochino tra le gambe.

- Faccio sogni ad alto tasso erotico, - sorrise - è normale che mi sveglio con questa voglia.

- E cosa sogni stronzetto, dimmelo un po'? Le nostre tette che balzano fuori dalla canottiera ad ogni salto? Guarda che ti ho visto come sbirciavi nella scollatura di Tania eh... non fare il furbo o prima o poi ti sveglierai senza niente dentro quelle mutande!

Fu per farsi perdonare che Andrea glielo affondò dentro la carne e prese a muoversi sempre più energicamente, finché una voce li sorprese sul più bello: - Hey sorellina, liberati dal mandrillo e vieni con me a preparare la colazione!

Mara scoppiò a ridere nuovamente, si liberò da quell'incrocio di gambe e uscì dalle coperte, nuda come mamma l'aveva fatta. - Apperò... ti mantieni bene, - commentò la sorellina - nonostante l'età sei rimasta una gran figa.

Le vide allontanarsi verso la spiaggia con addosso solo un pareo e niente altro: - E mi lasciano qui col cazzo duro? - commentò - Non conoscono le regole della buona accoglienza?

Le ritrovò più tardi, sedute attorno al fuoco con la tazza in mano: - Qui al mattino è freddo, - esordì Ian, indicandogli la caffettiera - ma basta che si alzi il sole e tutto cambia.

Raccontò delle difficoltà che avevano dovuto superare, prima per i permessi e poi per trasportare via mare tutto il necessario: - Due anni fa qui non c'era nulla, solo spiaggia, palme e oceano. Abbiamo assunto dieci operai e costruito per prima la cucina e poi le stanze. I pannelli solari sul tetto ce li siamo potuti permettere dopo otto mesi e, fino ad allora, abbiamo vissuto davvero come naufraghi. Oggi tutto sembra più facile, qui vengono turisti da trecento dollari a notte e ne spendono altrettanti per noleggiare l'attrezzatura subacquea. Gli affari finalmente vanno bene ed è per questo che ci siamo decisi ad invitarvi.

- E per i rifornimenti come fate? - domandò Mara.

- La benzina arriva una volta a mese, il resto ce lo portano su commissione. Per il cibo siamo quasi autosufficienti, si cucina quello che si pesca. Quel che ancora ci mancano sono i collegamenti, stiamo aspettando una parabola per avere internet a tempo pieno e forse prenderemo un piccolo gruppo elettrogeno per le emergenze. Per il resto qui la vita scorre piano... come una volta. Non c'è stress, non ci sono preoccupazioni, si sta bene alla grande.

- Scusami, intervenne Andrea con fare scherzoso - locali dove fare l'happy hour e qualche discoteca?

- Basta prendere il bimotore che vi ha portati qui, - sorrise Ian - tre ore e vi potrete sfogare nella civiltà a vostro piacimento. Se invece restate sull'isola, la notte può essere molto interessante, specialmente adesso che non ci sono turisti guardoni che girano tra le stanze.

- Infatti stamattina li ho sorpresi che facevano i maiali appena svegli, - esclamò Tania, fingendosi inorridita - una scena raccapricciante con lui che la prendeva da dietro e le sbavava sulla schiena!

Andrea non riusciva a toglierle gli occhi di dosso e lei subito se ne accorse. Ricambiò lo sguardo con un sorrisetto accattivante e gli sculettò davanti prima di accompagnare la sorella a visitare il villaggio. Glielo avrebbe voluto chiedere per onor della battuta: - Ma su quest'isola nessuno porta le mutande? - invece non ebbe il coraggio e lo pensò soltanto. La conferma delle abitudini libertine del posto, l'ebbe prima di pranzo, quando le ragazze si misero a prendere il sole senza niente addosso. - Rossa fino in fondo! - commentò sotto voce, ammirando la sottile striscia di pelo che ricopriva solo la parte superiore del pube. Niente a che vedere col pelo scuro di Mara, decisamente più protettivo, visivamente parlando. E di pelo si discusse a pranzo, quando Tania paragonò quello della sorella ad un praticello da golf. - E' sempre stata più timida e riservata, - la schernì - e, se non è cambiata negli ultimi due anni, ha ancora vergogna ad andare dall'estetista.

Sta di fatto che Andrea continuava a mangiarsela con gli occhi e non perdeva occasione per sbirciare le sue nudità ogni volta che ne aveva l'occasione. Due sorelle completamente diverse tra loro, una calma e pagata e l'altra euforica, solare, sempre in movimento, con quell'aria maliziosa che faceva girare la testa. Tra i vari discorsi fatti a tavola, Mara la etichettò come una bisex mancata, ma le risa che ne seguirono, impedirono di approfondire il discorso.

Quel primo pomeriggio in paradiso lo passarono a recuperare il sonno perduto, anche se la scusa del riposino non fu creduta sino in fondo. Ed infatti la voglia mattiniera di Andrea aveva trovato nuova linfa, tanto da stupire persino Mara che avrebbe sonnecchiato volentieri. - E tu dormi, - la schernì, infilandoglielo dentro - posso scoparti anche senza la tua partecipazione attiva... ne ho troppa voglia.

Impossibile resistergli e lei certo a letto non era una santa, così le coccole divennero ben presto sesso vero con tanto di guaiti, sospiri e affanni. - Fai piano, - la pregò - o ci sentiranno.

- Ma chi se ne frega... - rispose Mara, ormai coinvolta senza via di scampo - non ti vergognerai a farci sentire da mia sorella?

Ed è proprio a Tania che lui pensava, scopandola ripetutamente, la immaginava lì nuda, nella branda, col sesso spalancato ed il cazzo dentro. - Ha ragione... troppi peli, - si lasciò sfuggire - ma adesso sta' un po' zitta o tornerà a interromperci sul più bello!

- Scemo... - sorrise Mara - mentre sto godendo pensi alle battute stupide di mia sorella? Piuttosto fammi un favore, - ansimò - stai attento di non venirmi dentro.

- Ma qual è il problema? - obiettò, scopandola con foga ripetutamente - non dirmi che hai smesso di prendere la pillola proprio in vacanza?

- No... no... - lo richiamò all'ordine - mi imbarazza passare davanti a loro per andare in bagno a lavarmi.

- Non me ne frega proprio niente, - la mordicchiò sulla nuca - lo sai quanto mi piace inzupparti tutta mentre godi come una porcella.

- Smettila scemo... - ansimò, cercando di resistergli - guarda che ti mando in bianco sul più bello!

- Provaci... - sospirò Andrea, ormai sull'orlo dell'orgasmo.

- Dai su, vienimi dietro, - bisbigliò con un fil di voce - appena senti che comincio a godere... vienimi dietro.

- Dimmelo bene allora, - la incalzò - fammelo sentire.

- Schizzami dietro amore mio... - ripeté, cercando di trattenere il piacere che la frastornava tra le gambe - vienimi dietro... vienimi dietro!

Andrea attese che la sua voce diventasse profonda, poi le scivolò fuori lentamente e gli strusciò il glande tra le natiche. - Sì così... così... così... - lo incitò - adesso! - e subito le schizzò nel solco. Era quella la loro piccola perversione segreta, scoperta per caso nella toilette di una trattoria quando, nella fretta di terminare prima che arrivasse l'oste, lo schizzo caldo le finì tra i glutei. - Prima o poi, - sorrise Andrea, cercando di riprendere fiato - questo bel culetto lo faccio mio!

- Prima o poi... - rispose Mara, prendendo un fazzoletto di carta sul comodino - adesso da bravo puliscimi per bene, prima che mi inzuppo tutta.

- Vedi, ha ragione tua sorella, lei non ha certo di questi problemi. - la provocò - A proposito, che storia è quella della bisex mancata?
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