Conny era sempre stata la più affascinante, la più sensuale, la più ambita dai tempi della scuola. Ad attirare l'attenzione gli uomini era quel suo sguardo da viziata con cui riusciva a penetrare anche le menti più ostiche, poco propense a lasciarsi irretire dalla sua sofisticata sensualità. Lo faceva per gioco o per dispetto, perché amava stare al centro dell'attenzione, sfidando chiunque provasse a conquistarla. E in effetti, al di là delle apparenze, la sua vita sessuale non era mai stata così ricca come il suo atteggiamento lasciava supporre. A trentacinque anni aveva avuto soltanto qualche fidanzato di comodo, sempre uomini più anziani, molto facoltosi, e con l'innata ostinazione di circondarsi di belle donne. Di lei si sussurrava che fosse una meravigliosa gatta da letto, ma nessuno aveva mai svelato quelle esaltanti qualità che le venivano attribuite.
L'unica a lasciarsi sfuggire qualche indiscrezione era stata la sua fedele amica Francesca, da molti sospettata di essere la sua intima amante. Per la verità, un approccio tra loro c'era stato, ma non era accaduto niente di trascendentale, se non qualche carezza di troppo in una sera di confidenze particolari. In quell'occasione mancò la volontà di andare oltre proprio nell'istante in cui il desiderio stava prendendo il sopravvento e scoppiarono entrambe a ridere, prendendosi in giro a vicenda. - Non sono brava nel sesso, - si era lasciata sfuggire - forse perché non ho ancora trovato nessuno che sia stato capace di tirar fuori la mia femminilità.
- Ma gli uomini che hai avuto sono sempre stati soddisfatti di te!
- I maschi sono soliti vantarsi delle loro prestazioni e, per farlo, esaltano anche quelle delle loro compagne. Non sono la gatta in calore che vanno raccontando in giro. Potrei esserlo sì, ma non lo sono mai stata.
- Perché? - le aveva domandato Francesca - Cosa ti manca?
Conny allora sorrise, ma evitò di dare una qualsiasi risposta.
Tutto cambiò quando conobbe un ragazzotto dall'aria equivoca, completamente diverso dagli uomini che aveva frequentato. Aveva sette anni meno di lei e girava con una vecchia Chrysler PT Cruiser, color rosso diavolo. Lo incontrò per caso fuori dal centro estetico, quando trovò la sua auto di traverso che bloccava l'uscita dal parcheggio, e lo affrontò in una interminabile discussione. Oliver la stette ad ascoltare mentre sbraitava, poi le ficcò in mano il suo biglietto da visita e le propose di chiamarlo.
- Perché mai dovrei farlo? - lo incalzò.
- Perché sei una figona, - rispose, guardandola fissa negli occhi azzurri - e mentre ti agitavi me l'hai fatto diventare duro!
Lo mandò letteralmente al diavolo e buttò il suo biglietto in un cestino ma, appena se ne fu andato, lo andò subito a riprendere. Nonostante la rabbia, quelle sue parole l'avevano scossa, come se fosse riuscito a smuoverle in pochi secondi una strana tensione nel ventre. Appena salì sulla propria auto, si rese conto di come l'iniziale agitazione avesse lasciato il posto ad una forma latente di eccitazione, mai provata prima. Resistette due giorni, ma il terzo non poté fare a meno di contattarlo.
Oliver non sembrò affatto sorpreso, ma tagliò velocemente la telefonata, spiegando che al momento si trovava in Canton Ticino. - Ti richiamo io appena rientro in Italia, - la liquidò - ho memorizzato il tuo numero.
Passarono dodici ore prima che si facesse vivo e lo fece dopo la mezzanotte, quando ormai Conny era a letto. - Eccomi qui, - esordì, parlando con voce sommessa - non dirmi che ti ho svegliata.
- Dieci secondi ancora e avrei spento il telefono, - gli rispose - non voglio scocciature durante la notte.
- Ho aspettato un po' perché mi piace da morire parlare con una donna in mutande... e, visto il caldo di questi giorni, presumo che tu sia mezza nuda tra le lenzuola.
- Perché mi hai dato il tuo biglietto da visita?
- Te l'ho detto... perché sei una gran figona e me lo hai fatto diventare duro. E tu perché mi hai chiamato?
Conny avrebbe voluto riattaccare, ma qualcosa glielo impedì: - Mi hai fatto uno strano effetto, - gli confessò - e volevo comprenderne il motivo.
- Spero che sia paragonabile al mio, - continuò Oliver - anche se in mezzo alle gambe siamo fatti diversi... per fortuna.
- Tu credi di conoscere a fondo le donne vero? - lo sfidò - E quindi dai troppe cose per scontate.
- Senti bella... io non ti sto a fare menate su quello che pensi o immagini, ho ben altre voglie che ti riguardino!
- Ah bene... e quali sarebbero?
- Togliti gli slip, allarga le gambe e mandami una bella foto con le dita dentro. Poi ti spiego il resto.
Lei restò in silenzio senza trovare le parole per rispondere a quella provocazione.
- Cosa c'è? - insistette il ragazzo - Ti vergogni?
- Mi chiedo per quale motivo dovrei accontentarti. - balbettò.
- Voglio vedere le tue unghie rosse impregnate di umori, - insistette Oliver - e le tue grandi labbra spalancate dalla voglia. Lo sto già immaginando, ma voglio vederlo.
- Non mi piacciono questi giochetti erotici fatti al telefono...
- Domani sera, alle ventuno, sarò al Lido della Schiranna sul lago di Varese. - la provocò - cerca di arrivare puntuale!
Non ci sarebbe mai andata, ne era più che sicura, ma il pomeriggio successivo andò a farsi bella dal parrucchiere di fiducia. Dopo qualche ora era già in viaggio verso quello strano posto indicato da Oliver e, appena arrivata, parcheggiò l'auto nel viale alberato con largo anticipo. Appena entrata al Lido, scorse Oliver seduto su di un divanetto in compagnia di un elegante uomo sulla cinquantina, si fece notare e lui le fece cenno di attendere, indicandole l'orologio.
- Ok, - bisbigliò tra sé - sono in anticipo ma potresti almeno venirmi a salutare.
Dopo una ventina di minuti, Oliver si liberò dal suo ospite e la chiamò al tavolo: - L'appuntamento era per le nove, - esordì - sei arrivata troppo in anticipo.
- Forse avrei fatto bene a non venire, - affermò Conny - non capisco cosa diavolo vuoi da me!
- Semplicemente te! - le sorrise, ma prima dovrei spiegarti un sacco di cose.
- Allora è meglio che parti da quel sacco di cose.
- Mi occupo di trasgressione, - spiegò Oliver - quella elegante, sofisticata... quella fatta con classe e intelligenza. In poche parole metto in contatto ricchi uomini d'affari con affascinanti e annoiate signore dell'alta società.
- Io non sono né annoiata e tanto meno appartengo all'alta società!
- Ma sei una gran figona e sono certo che non ti dispiacerebbe vivere situazioni ad alto tasso erotico.
- Non faccio nemmeno la puttana, se è quello che mi stai proponendo.
- Non devi fare la puttana, - la incalzò Oliver - devi sentirti puttana! E' questo che fa la differenza.
- Continuo a non capire dove vuoi arrivare.
- Quanto hai goduto nella tua vita? Beh io posso farti vivere livelli di piacere inimmaginabili, in perfetto anonimato ed in completa sicurezza.
- Come?
- Ho un rapporto speciale con molte persone, conosco i loro gusti più intimi e stimolo la loro fantasia con nuove idee indecenti.
- Ma non sai niente dei miei...
- ...siamo qui per questo. - Tagliò corto - Se non sai da dove cominciare, faccio io le domande.
Conny scosse ripetutamente il capo, poi provò a confidarsi: - Col sesso sono una frana! - ammise - Ho sempre avuto uomini maturi che si gongolavano nel mostrarmi agli altri come se fossi il loro trofeo. A letto si accontentavano di poco ed io non mi sono mai lasciata coinvolgere abbastanza. Mi strappavano di dosso le culottes di seta con la foga di un ventenne e poi morivano tra le mie gambe in una manciata di secondi. Lo stesso avveniva quando mi chiedevano di prenderglielo in bocca e subito mi schizzavano sul seno.
- E perché non hai cercato di meglio? Il mondo è pieno di maschi arrapati.
- Privilegiavo la bella vita, il lusso... gli uomini eleganti, così mi sono lasciata invischiare in una vita che non mi ha mai soddisfatto veramente.
- Sei ancora in tempo, - le sorrise Oliver - ma devi liberarti dei tabù ed affidarti a me completamente.
- Non ho nulla da perdere e quindi potrei anche farlo, ma non so bene fin dove vuoi portarmi.
- Facciamo una prova allora. Ora però mi servono alcune informazioni basilari. Fai uso di anticoncezionali?
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