"Racconta un'antica leggenda indiana che nel grande tempio di Brahma a Benares, su di un piatto di ottone, sotto la cupola che segna il centro del mondo, si trovano 64 dischi d'oro puro che i monaci spostano uno alla volta infilandoli in un ago di diamanti, seguendo l'immutabile legge di Brahma: nessun disco può essere posato su un altro più piccolo. All'inizio del mondo tutti i 64 dischi erano infilati in un ago e formavano la Torre di Brahma. Il processo di spostamento dei dischi da un ago all'altro è tuttora in corso. Quando l'ultimo disco sarà finalmente piazzato a formare di nuovo la Torre di Brahma in un ago diverso, allora arriverà la fine del mondo e tutto si trasformerà in polvere." Furono queste le prime magiche parole che echeggiarono nell'atrio dell'Hoang Linh Hotel, al 256 De Tham St. A pronunciarle fu un elegante uomo d'affari francese, che continuava a chiamare la città col suo vecchio nome, Saigon e non Ho Chi Min City, come appare su tutti gli atlanti moderni.
- Saigon ha un fascino tutto suo, - continuò - possiede un'aria di decadenza che non si riscontra nelle altre città del Vietnam. E' la capitale perduta, orfana di un passato non molto lontano. Per i suoi abitanti è sempre stata solo Saigon, anche dopo la fine della guerra di riunificazione. I grattacieli insieme con i centri commerciali, le insegne pubblicitarie gigantesche ed i locali notturni fanno di questa città qualcosa di veramente diverso dal resto del Vietnam. Si differenzia per i suoi ampi viali alberati, che si diramano in tutte le direzioni. Qui tutto sembra molto più occidentale, avvicinandosi agli standard di Hong Kong, Singapore, Kuala Lumpur.
- Ha un consiglio anche per me? - domandò Isabelle, dopo aver atteso pazientemente che si liberasse dal gruppo di turiste canadese che gli si accalcavano intorno.
- La prima regola consiste nel non indossare oggetti di valore e portare con sé solo il denaro necessario per quell'evenienza. All'uscita dalle discoteche e locali notturni, le turiste sono spesso vittime di maniaci sessuali, per cui è meglio che le belle donne come lei non escano da sole la notte e, se proprio devono, si servano di taxi prenotati personalmente per telefono. Mi presento... il mio nome è Patric duBreil, mi occupo di import export tra il Vietnam e i paesi francofoni.
- Le chiedo scusa... sono costernata, - si scusò - credevo fosse l'incaricato dell'agenzia che mi ha organizzato questo viaggio.
- Un viaggio di piacere, o la sua presenza a Saigon è legata ai misteri notturni di questa terra?
- Non faccio turismo sessuale... se è a questo che stava alludendo, - reagì bruscamente, dirigendosi verso il bancone dell'hotel - e nemmeno ho una buona considerazione delle persone si fanno queste idee sul mio conto!
- Stavo scherzando, - le corse appresso Patric - non mi sembra il caso di offendersi per così poco.
Si liberò di lui con la stessa irruenza con cui afferrò la chiave dorata, diede istruzioni al personale dell'albergo di recapitarle in camera i bagagli e s'infilò di corsa nell'ascensore.
Isabelle era la giovane moglie di Maurice Ducrè, un severo professore di filosofia orientale, profondo conoscitore della natura umana e degli inquietanti risvolti in cui a volte si perde. Il viaggio a Saigon l'avrebbe riportata tra le sue rassicuranti braccia, dopo un lungo periodo in cui la coppia si era dovuta dividere a causa dei diversi impegni di lavoro. Lui si trovava ancora a Sapa, ridente cittadina adagiata tra le morbide vallate delle Alpi Tonkinesi ai confini con la Cina, sotto l'imponente sagoma del Fransipan, la montagna più alta del Vietnam. Si sarebbero dovuti incontrare proprio al Hoang Linh Hotel quello stesso pomeriggio, ma un banale inconveniente aveva ritardato il loro ricongiungimento.
- Farà così caldo anche domani? - chiese al giovane guardarobiere che si inchinava ad ogni sua parola mostrando i denti bianchissimi. Non poteva certo sapere che il Vietnam ha 365 possibilità di trovare un tempo diverso e, dopo un po' che conosci i Vietnamiti ti accorgi che nemmeno loro sanno che tempo farà il giorno successivo. Se lo chiedi ti diranno l'esatto contrario di quello che puntualmente accadrà.
Il ragazzo cercava di interpretare i suoi gesti confusi, riponendo il vestiario negli armadi così come li indicava, attento a non sgualcire gli eleganti abiti di foggia francese. Mostrò un certo imbarazzo quando Isabelle gli si parò davanti con addosso quella canotterina leggera, d'un bianco che sembrava dipinto sulle sue forme sensuali. Abbassò gli occhi sul pavimento tirato a lucido come uno specchio, prese con imbarazzo la banconota che lei gli allungò con garbo, e indietreggiò verso la porta ripetendo i soliti inchini.
Quella sera cenò da sola in albergo, seduta accanto alle stesse chiassose turiste con cui aveva diviso il viaggio in aereo. Fuori dai vetri c'era la stessa città che aveva visto la grande fuga degli Americani dopo essere stata la loro complice tradita. Gli anni ne avevano mutato i colori, ma le strade vicino ai boulevard di Pham Hong Thai e Dai Lo Le Loi, dove i centri commerciali si intersecano con i grattacieli, si vedono ancora i senza futuro dormire per strada. - Sta pensando a cosa le riserverà il domani? - disse la voce calda di Patric, comparso all'improvviso alle sue spalle - è questo il bello del Vietnam, l'impossibilità di prevedere quello che accadrà pur avendo la certezza che arriverà in orario!
- Lo ha letto sulla guida turistica o nell'imitazione asiatica dei baci perugina?
- Ho vissuto qui la gran parte della mia vita, - continuò l'uomo, afferrando lo schienale della sedia nella speranza che lei lo invitasse a sedere - conosco i segreti di questo angolo di mondo perchè non posso farne a meno... è parte di me come il sangue che mi scorre nelle vene.
- Sono una donna sposata, - rispose Isabelle, allungando il piede tra le gambe della sedia per evitare che la spostasse - e so riconoscere i tipi come lei dalla bravura con cui usano le parole. Cosa vuole da me esattamente?
- Lo vuole proprio sapere? Senza mezze verità?
- Le mezze verità sono peggio delle menzogne perché hanno ancora un margine di manovra, si possono adattare alle proprie esigenze a seconda delle necessità oggettive.
- Vorrei invitarla per una escursione in barca sul fiume. E' un'esperienza da provare, si naviga immersi nella vegetazione e sembra incredibile essere così vicini alla città... o magari soltanto una passeggiata sul Dai Lo Nguyen dove c'è la casa del popolo con le decine di bandiere rosse che sventolano per ricordarci chi è il padrone di questa terra.
- Sta girando attorno alla domanda, mi dica esattamente il perché!
- ...vorrei immaginare cosa si nasconde dietro la sicurezza del suo portamento, e magari scoprire la sensualità del suo corpo che non riesce a tenere a bada. Sa di essere bella e la sfoggia con una classe senza eguali, ecco, ora mi accontenterei di sapere di quale colore è la biancheria intima che indossa.
Isabelle non rispose, combattuta tra il desiderio impellente di prenderlo a schiaffi e la curiosità di comprendere dove volesse arrivare. Patric approfittò di quell'istante di indecisione per voltarle le spalle ed allontanarsi in direzione dell'uscita.
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