Abel Wakaam
L''Equilibrio di Nash
1° L'Equilibrio di Nash, la voce delle stelle
Uppsala University - Svezia -

C'era silenzio nell'aula, un silenzio intenso e profondo, fatto di occhi attenti ai gesti e alle parole della dottoressa Linda Sydow che illustrava, giocando coi termini e coi paragoni, quale voce avessero i pianeti e le stelle. - Il Sole ci parla, - affermò, avvicinandosi alla finestra - non ci trasmette solo luce e calore. Il Sole emette onde radio sia per meccanismi termici, a causa dalla sua elevata temperatura, che per quelli non termici... ad esempio per radiazione di sincrotrone, quando gli elettroni vengono forzati in movimenti a spirale attorno alle linee del campo magnetico. Su lunghezze d'onda superiori a 1 cm, cioè inferiori a circa 30 GHz, l'emissione radio del Sole presenta due singoli componenti: una costante detta "Sole calmo” dovuta al calore della nostra stella e una variabile, detta “Sole disturbato” che varia nel tempo e che dipende dalla presenza di macchie solari o flares.

Ad interrompere la sua lezione fu l'impercettibile rumore della porta d'accesso all'aula, e subito lei rivolse lo sguardo verso la direzione del disturbo, assumendo una smorfia di disappunto. Nello stesso istante, tutti gli studenti si alzarono in piedi.

- Scusate l'interruzione, - esclamò Karl Akesson, richiamando a sé la dottoressa - ma devo privarvi della vostra insegnante. Vi terrà compagnia il professor Nilsson fino al termine della lezione.

Era inusuale che il rettore in persona si assumesse il compito di entrare in un'aula per chiamare un insegnante e subito l'intera classe si preoccupò che non fosse accaduto qualcosa di drammatico. Nilsson impiegò diversi minuti per imporre il silenzio, poi cercò di distrarre gli studenti, rubando qualche appunto dai quaderni della dottoressa.

Nel frattempo, Linda cercò di farsi spiegare il motivo di tanta urgenza, ma ottenne soltanto qualche risposta di circostanza. Una volta raggiunto lo studio del rettore, si trovò di fronte a due sconosciuti che conversavano tra loro con chiare inflessioni americane. - Questi signori vengono da Monte Palomar - li presentò Karl - ed hanno assoluta necessità di parlare con te.

- Così urgente da interrompere una lezione?

- Abbiamo letto attentamente il suo trattato sulle voci dell'universo, - la affrontò immediatamente il più anziano dei due - ed in particolare il concetto che lei propone alla pagina centodiciassette.

- Quello che mi ha messo in ridicolo presso la Comunità Scientifica Internazionale e mi ha indotta a tornare all'insegnamento? Credo che sia un discorso chiuso. Non ho più nulla da dire al proposito.

Ad un cenno dello straniero, il rettore lasciò immediatamente la stanza.

- Preferirei evitare di perdere tempo in inutili polemiche, - continuò l'uomo - lei ha una registrazione di quel segnale anomalo, corredata di precisi dettagli temporali?

Linda scoppiò a ridere: - Non siete astronomi vero? - li incalzò - Altrimenti sapreste che ogni forma di appunto dev'essere annotato con tutti i dettami imposti dalla scienza seguendo un preciso protocollo. Non c'è un altro modo di archiviare un contatto.

- Ci serve quella registrazione. - tagliò corto il misterioso interlocutore.

- E questo cancellerebbe l'opinione sbagliata che si sono fatti di me le teste pensanti di Monte Palomar? Non ho nessuna intenzione di riaprire questa diatriba.

- Ha ragione, non siamo scienziati, facciamo parte dell'Agenzia Di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti e questo dovrebbe bastare a farle comprendere quanto è importante la sua collaborazione nei nostri confronti.

- L'emissione radio di cui parlo alla pagina centodiciassette del libro non è di mia esclusiva proprietà. E' molto instabile e l'ho potuta monitorare solo per un breve periodo. Coi vostri mezzi potreste rintracciarla molto meglio di me, quindi mi chiedo a cosa vi servano i miei dati.

- E' un'emissione monodirezionale. - intervenne il secondo uomo.

- Se fosse davvero unidirezionale, allora avrebbe un andamento temporale.

- Per questo abbiamo bisogno della registrazioni in suo possesso.

- Dunque... vediamo, - sospirò Linda - per una delle tante casualità dell'universo io intercetto una trasmissione radio, diciamo di natura sconosciuta, che poi sparisce, o meglio, viene diretta verso altre coordinate. La Comunità scientifica si prende gioco della mia scoperta, lasciando intendere che ho registrato la televisione del vicino di casa ed ora voi venite a chiedermi i dati di riscontro. Questo può significare soltanto una cosa: avete ascoltato la mia stessa fonte radio, probabilmente per la stessa breve unità di tempo e adesso avete bisogno di me per imbastire un avventato calcolo di tracciamento. Due punti non bastano, dovreste saperlo.

- Abbiamo già due posizioni ed insieme alla sua telemetria possiamo provare a calcolare la curva di trasmissione ricevibile dal nostro pianeta.

- Non vi darò proprio niente se non mi farete partecipe del progetto. - sentenziò Linda - Quindi potete tornarvene a casa e riferire ai capoccioni di Monte Palomar che se le devono cercare da sole le prossime coordinate di ricezione.

I due uomini si consultarono brevemente tra loro, poi chiesero alla dottoressa il tempo per confrontarsi coi loro superiori: - Se ci lascia un contatto diretto, - aggiunse - le faremo sapere.

- Volete farmi credere che l'Agenzia Di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti non sa dove abito e quale sia il mio numero di cellulare o il mio indirizzo email? Allora capisco anche perché non riusciate a rintracciare una trasmissione radio anomala la cui fonte arriva da una distanza inferiore da quella che ci separa dalla Luna.

- Da questo breve colloquio informativo, - ammise Norman Key, presentandosi, - ho l'impressione che lei voglia farci credere che ha molte più informazioni di quelle che sarebbe lecito aspettarsi.

- Le avrei condivise con tutta la Comunità Scientifica Internazionale se non mi avessero fatta passare per una cretina visionaria alle prime armi. Molte delle informazioni in mio possesso nascono dall'esperienza diretta di mio padre.

- Non sempre i figli di un genio sono grandi quanto i propri padri.

- La verità è che, a capo di ogni istituzione, c'è sempre un vecchio parruccone che disdegna di concedere credibilità ai nuovi arrivati.

- Se siamo arrivati fin qui, non è per disquisire in modo polemico su questo argomento. Personalmente ritengo che lei sarebbe un'ottima partner per questa ricerca, ma non sono soltanto io a decidere.

- Non voglio essere una partner, - tagliò corto Linda - se ritenete di aver davvero bisogno di me, voglio essere parte integrante del team...

- ...oppure? - la interruppe Norman - Oppure se ne resterà in disparte senza difendere le sue teorie contro i parrucconi di Monte Palomar?

- Vede, caro mister Key - gli ribadì a muso duro - il piccolo particolare che sfugge a tutti quanti per pura presunzione personale, è che la mia non è una semplice teoria basata su chissà quale entusiasmo giovanile, ma uno studio accurato che prende in considerazione migliaia di emissioni radio che provengono dalle stelle e dai pianeti che ci circondano. Tutte... e con tutte non intendo la maggior parte ma proprio tutte, trasmettono emissioni radio con andamento periodico e ridondante.

- Da quel che mi è concesso di sapere, anche questa strana trasmissione, seppur con le sue anomalie, presenta queste caratteristiche basilari, sono un classico dell'universo.

- E allora perché tanto interesse? - lo interrogò - Perché scomodare l'Agenzia Di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti? No, non risponda, glielo dico io. Quel che preoccupa i cervelloni di Monte Palomar non è la trasmissione in se stessa, ma le pause che contiene e, naturalmente, la sua inaspettata unidirezionalità.

Norman restò in silenzio a guardarla, al pari degli studenti, incantati dalla sua concretezza. - Non accetteranno di accoglierla a pari gradi nel team, - affermò - dovremo trovare un altro modo per introdurla nel gruppo di studio.

- Non potendo indire un concorso pubblico, considerata la riservatezza dell'argomento, potreste istituire un gruppo di lavoro che produca una relazione individuale atta a scoprire le capacità dei vari componenti. Non penso che esistano troppi cervelli che sappiano digerire queste nozioni. In questo caso, potrei fornirvi la mia personale idea sull'argomento.

- Lo ha già fatto alla pagina centodiciassette del suo libro, ma poi ha evitato il confronto.

- In quella pagina ho pubblicato meno del dieci per cento di quello che ho scoperto, - obiettò - e subito sono stata massacrata sulla pubblica piazza, trattata come la figlia pazza di un genio che stava cercando un modo per brillare di luce propria con ogni mezzo lecito o illecito. Mio padre non era amato, ma con lui vivo nessuno dei suoi esimi colleghi avrebbe osato tanto. Non darò le mie preziose informazioni alla stessa gente che mi ha additata come un'eretica del mondo dell'astrofisica!

- La faremo sapere, - continuò Norman - ci lasci consultare coi collaboratori del Presidente ed entro poche ore le comunicheremo cosa possiamo offrirle.

Osservatorio Monte Palomar - Stati Uniti -

Una settimana dopo, Linda Sydow si presentò all'osservatorio di Monte Palomar in compagnia di Norman Key e fu presentata agli altri astrofisici presenti in quella che sembrava un'arena. Lei, al centro della stanza, si trovava finalmente faccia a faccia con alcuni dei suoi peggiori denigratori e non aveva nessuna riverenza nei loro confronti.

Fu Albert Hughes ad intavolare la discussione e non fu certo tenero nel suo approccio: - Per far parte di un team, - esordì - bisogna condividere l'idea di base che questo team si prefigge. Lei crede di poter accettare questa semplice osservazione?

- Se tutti la pensassimo allo stesso modo, - rispose in modo calmo ma deciso - questo non sarebbe un team scientifico, ma un gruppo di pensionati in vacanza... e molti di voi, probabilmente hanno già pensato di esserlo.

- Lei non può permettersi di...

- ...mi lasci finire, - lo interruppe, alzando semplicemente il tono della voce - poi se lo riterrà opportuno potrà cacciarmi a pedate da questo posto! Sono venuta sin qui per dirvi che, a differenza di altre volte, questa non sarà una riunione di circostanza. Quello che abbiamo davanti non è una semplice anomalia, ma una trasmissione radio che, definire intelligente, potrebbe essere riduttivo. Personalmente non so quale considerazione abbiate fatto, ma io posso provarvi su base scientifica che nessun corpo celeste può emettere un segnale con pause cicliche su una banda stretta che viene diretta in modo tracciante sulla superficie terrestre.

- Ci può spiegare in modo semplice cosa intende con questa affermazione? - intervenne Norman Key, mettendo a tacere il brusio che si era levato.

- Dodici treni di bit al secondo separate da dodici pause, perfettamente identiche. - continuò Linda - Questo dato l'ho ottenuto rallentando la registrazione di centinaia di volte.

Il silenzio in sala si fece profondo.

- Dalle vostre espressioni mi par di capire che non abbiate mai fatto altrettanto! - commentò la dottoressa, catturando immediatamente l'attenzione generale - Ora, facendo una semplice riflessione e prendendo come certa la provenienza esterna al ciclo orbitale Terra/Luna di questa fonte radio, l'unica considerazione che posso fare è che si tratti di una sorgente di natura meccanica. E se non è un vostro satellite in avaria...

Albert Hughes si alzò faticosamente dalla sua poltrona: - Se lei fosse venuta da noi invece di pubblicare quel libro, ci saremmo potuti confrontare su una base scientifica.

- Vi ho scritto decine di email a cui avete risposto con una frase di circostanza, Cosa avrei dovuto fare per attirare la vostra attenzione?

- Prendere un aereo e raggiungerci qui dopo aver ottenuto un appuntamento.

- E' un po' come chiedere udienza al papa la domenica di Pasqua! - obiettò - Non sarebbe cambiato nulla. Voi sapete per certo che non si tratta di un satellite terrestre vero?

Lo scienziato scosse ripetutamente il capo.

- Ma avete individuato la sua posizione nello spazio esterno?

- Quando ci siamo interessati all'emissione, è andata progressivamente a sparire.

- Mister Key mi ha informata che esiste un altro punto di tracciamento oltre a quelli del Monte Palomar e di Uppsala.

Albert si consultò rapidamente coi colleghi, poi continuò: - Jan Mayen, - disse - è un'isola che fa parte territorialmente della Norvegia. Il segnale lo ha captato una nave oceanografica canadese diretta al porto di Olonkinbyen. Il marconista stava giocando con la radio ed è rimasto incuriosito da questo ticchettio ritmico. Lo ha registrato ed inviato al Ministero delle Telecomunicazioni. Tracciando una linea immaginaria tra il luogo dove siamo ora e l'osservatorio di Uppsala, l'isolotto si trova lungo il percorso.

- Potrebbero essere molti i luoghi in cui era ricevibile ma nessuno era pronto ad ascoltarlo, - ribadì Linda - questa linea immaginaria è un buon punto di partenza e, se lo ha ricevuto una nave, significa che non servono grandi antenne.

- La Thunder non è una nave come tante altre, - spiegò Norman - dietro la sua facciata di nave oceanografica si cela un centro di ascolto per le trasmissioni straniere. Insomma, una nave spia per essere chiari!

Il resto della discussione avvenne fuori dall'arena perché, dopo le prime scaramucce, tutti si erano resi conto delle notevoli capacità della giovane dottoressa svedese. In un colloquio riservato, Albert Hughes le chiese a denti stretti quale ipotesi avesse davvero formulato e la sua risposta altrettanto diretta non si fece attendere: - Guardiamoci in faccia, - esclamò - se non si tratta di satelliti terrestri, non ci sono molte altre possibilità. Solo una macchina può inviare un segnale di questo genere.

- Quel che non capisco è perché lei continui a concedere tanta importanza alle pause.

- Perché stiamo zitti a turno quando uno dei due chiacchiera?

Albert la fissò con gli occhi interessati.

- La risposta è semplice, - continuò Linda - per ascoltare!

Quel che mi sta dicendo, - sussurrò - implica un colloquio verso qualcosa di indefinito, e noi non siamo pronti.

- Tanti anni di ricerca e di messaggi inviati nello spazio e mi vuol far credere che il Governo Americano non è preparato ad un'ipotesi come questa?

- Come reagirebbe se, dopo migliaia di sassi gettati a caso in mare, ne sortisse uno dalla superficie e cadesse sulla spiaggia?

- Mi avvicinerei e lo prenderei in mano!

- Beata gioventù... - commentò l'anziano scienziato - noi invece cominceremmo a chiederci chi e perché l'ha lanciato. Apriremmo un dibattito per comprendere se è amico o nemico e se, in qualche modo, possa rivelarsi un pericolo per la Terra.

- Se mai si trattasse di un pericolo, - obiettò Linda - è meglio scoprire cosa abbiamo davvero di fronte. Non ne conviene?

- Prima di dare un cenno della nostra esistenza, bisogna individuare la fonte della trasmissione. La sua distanza e posizione sono di primaria importanza per la sicurezza del nostro pianeta.

Di colpo, come se non ci fossero mai state, scomparvero tutte le preclusioni verso questa donna tenace, priva di ogni remora e pronta a confrontarsi sulla base di idee concrete.

- La dovremo tenere a freno. - spiegò la sera stessa Albert a Norman Key - corre ad una velocità al quadrato rispetto alla nostra e potrebbe trascinarci in guai seri.

- Da quello che ho potuto costatare, è l'unica che sa dove vuole arrivare e possiede il carattere e le capacità per farlo.

- A volte arrivare in fondo ad una nuova strada non conduce da nessuna parte perché si scopre che ancora non è stato costruito il ponte che oltrepassa il fiume. In questo caso non potremmo tornare indietro.

- Il Presidente non è tranquillo, - spiegò Norman - e nessun abitante di questo mondo lo sarebbe, se messo a conoscenza che c'è qualcosa di indefinito ad un passo da noi.

- Dodici treni di bit e dodici pause fanno così paura all'umanità?

- Sapevate benissimo quale fosse il contenuto della trasmissione, perché le avete fatto credere di cadere letteralmente dalle nuvole?

- Volevamo essere certi che ne fosse al corrente anche lei, - sorrise Albert Hughes - non siamo ancora convinti di aprirle completamente il nostro dossier.

- La dottoressa Sydow non è affatto stupida, farà altrettanto con noi. Io credo che non abbia mai smesso di fare ricerca su questo caso ed anche che si sia fatta un'idea precisa sulla posizione dell'intruso.

- La definizione di intruso mi sembra azzardata, - obiettò Albert - significa accettare di fatto che non faccia parte della specie umana.

- E non è così?

- Sa quante volte abbiamo inneggiato alla scoperta di chissà quali meraviglie scientifiche salvo poi doverci ricredere? Lo stesso hanno fatto i Sovietici ai tempi della guerra fredda... a volte anche col rischio che qualcuno spingesse quel maledetto bottone rosso. No, io crederò ad un intruso, come lo chiama lei, quando lo avrò davanti, magari smontato pezzo per pezzo e dopo avere ottenuto la conferma che la lega con cui è stato plasmato non sia di questo mondo. Abbiamo già perso troppo tempo coi rottami di qualche staterello asiatico che si è divertito a mettere in orbita il suo giocattolino di turno.

- La dottoressa è fermamente convinta che questa volta sia qualcosa di molto serio.

- E quante altre volte ha constatato il contrario? E' intelligente ma non ha nessuna esperienza e non conosce le trame sporche della politica internazionale, quindi cerchiamo di sfruttare le sue conoscenze e poi troveremo il modo per liquidarla.

- L'idea è quella di tenerla con noi, - sentenziò Norman - non possiamo permetterci di perdere una mente eccelsa come la sua.

- Allora auguri, - sorrise sarcasticamente Albert - state solo attenti che non provi da sola a contattare l'intruso senza prima aver creato un piano alternativo di difesa.

Nei giorni successivi, Linda cominciò a lavorare sulla localizzazione del segnale, basandosi sui tre punti certi dov'era stato possibile riceverlo. Se si fosse trattata di una semplice linea retta che aveva in qualche modo seguito la curvatura terrestre, era logico ipotizzare quali altri stati avrebbe potuto raggiungere nella sua traiettoria. - Potrebbe funzionare se l'emettitore si trovasse su un orbita stabile, - spiegò a Norman - ma, se così fosse, lo avremmo già tracciato da un pezzo.

- Nel suo libro, aveva ipotizzato una distanza superiore a quella della Luna.

- Sì... - spiegò - ma potrei aver sbagliato ed un oggetto non può starsene immobile in un punto qualsiasi dello spazio.

- Perché no? - domandò - Se resta fuori dall'attrazione gravitazionale della Terra, nessuna forza può spostarlo da lì.

- L'influenza gravitazionale non è mai assente nell'universo e nulla può restare in equilibrio per sempre, neppure nel vuoto assoluto. C'è sempre una forza che prevale sulle altre... a meno che...

- ...a meno che? - la interrogò Norman.

- E' incredibile come, a volte, chiacchierare con qualcuno che non sa niente di astrofisica, porti a trovare nuove spiegazioni ai problemi più complessi.

- Continuo a non capire. - insistette Norman, sorpreso dal suo entusiasmo.

- Non è vero che non esiste un luogo nell'universo che non venga influenzato dalle forze gravitazionali dei pianeti. - spiegò Linda - O meglio, ci sono luoghi dove queste forze si annullano.

- Non so se riuscirò a capirlo, ma provi lo stesso a spiegarmelo.

- Immagina un punto indefinito dove tutte le forze di attrazione si compensino. - passò ad un approccio più informale - E' come se tu mettessi una sfera metallica tra due calamite identiche. Se riuscissi a posizionarla proprio nel mezzo, la loro forza si compenserebbe. Lo stesso accadrebbe con magneti di diversa grandezza e punti intermedi differenti. Ora prova a sostituire mentalmente le calamite col sole e coi pianeti, e spostati dall'idea di un piano orizzontale ed uno su tre assi.

- Fin qui sembra tutto chiaro ma poi?

- Si chiamano punti di Lagrange in onore del matematico Joseph Louis de Lagrange che ne calcolò la posizione. - continuò - Sono porzioni di spazio in cui le forze che agiscono sull'oggetto di massa minore si bilanciano, creando una situazione di equilibrio. Attorno alla Terra ce ne sono cinque e, oltre alla nostra stella, sono influenzati anche dalla Luna. Non è certamente il mio campo, ma uno di quei punti potrebbe essere la tana del nostro intruso.

- Cosa serve per appurare questa teoria?

- Potremmo incrociare i dati di localizzazione delle tre trasmissioni fin qui registrate e compararli con la posizione dei cinque punti di Lagrange durante quel periodo temporale, ma resterebbe comunque una teoria. A meno che applichiamo un nuovo algoritmo durante la prossima trasmissione dell'intruso. In pratica, oscuriamo le porzioni di spazio al di fuori delle zone ipotizzate. Questo però ci farebbe sprecare tempo e non potremmo catturare altre informazioni.

- Ne parlerò con Albert e sentiamo cosa dirà al proposito.

- Non sarà d'accordo, - obiettò Linda - per lui è più importante provare a decodificare il segnale piuttosto che capire da dove proviene. Ammesso che riusciremo a prevedere in quale porzione della Terra arriverà di nuovo la trasmissione.

- Quanto è importante conoscere la sua posizione rispetto al contenuto del segnale?

- Qualcuno spunta di colpo dall'oscurità e ti rifila un sonoro ceffone prima di scomparire di nuovo, - esclamò Linda - è più importante sapere dove si nasconde o capire il motivo per cui ti ha colpito?

- Scoprire dove si cela, potrebbe evitarmi un altro colpo a sorpresa, - rispose Norman - ma anche il motivo per cui mi ha colpito è basilare.

- La seconda opzione la conosciamo già.

- Cioè?

- Vuole comunicare con noi. - sentenziò Linda - Se rinunciamo a questa consapevolezza, non ha più senso andare avanti.

- Non sono d'accordo! Ammesso che sia un tentativo di comunicare, credo sia importante anche conoscere il contenuto del suo messaggio.

- Sì... ma sappiamo che continuerà a provarci ed io preferirei scoprire dove si nasconde perché in questo caso, per parafrasare i timori di Albert, possiamo quantificare la minaccia.

- Un intruso che arriva dallo spazio profondo è sempre da considerare una minaccia. Si ipotizza che sia più evoluto della nostra specie e quindi deve per forza incuterci timore.

- Certo...- sorrise Linda - ma di cosa si tratta davvero? Di una piccola sonda automatica in esplorazione oppure di una grande nave aliena? Giocati questa carta con Albert e, la prossima volta, proviamo a localizzare la fonte della trasmissione.

Non fu facile indurre Albert Hughes a sprecare una nuova eventuale occasione di contatto, ma l'incessante mediazione di Norman Key riuscì a convincerlo almeno in parte. - Le concedo sessanta secondi, poi la taglio fuori dal collegamento.

Saputo della minaccia, Linda preparò immediatamente un piano alternativo. - Ci posizioneremo ad un punto successivo sulla linea di curvatura, - spiegò a Norman - e lasceremo l'intruso tutto per Albert e i suoi adepti. Noi lo cattureremo subito dopo.

- Non esistono due parabole così vicine negli osservatori terrestri. Si disturberebbero tra loro.

- Non ci servirà una parabola satellitare, useremo un altro metodo di ricezione.

- Un altro metodo di ricezione? Questo dannato segnale fa fatica ad essere rilevato dai radiotelescopi più sofisticati e tu vuoi ingabbiarlo con una qualsiasi antenna amatoriale?

- Mio padre mi ha fatto ascoltare il canto delle stelle stendendo dei semplici cavi di rame per tutta la foresta accanto alla nostra casa di campagna. Conosciamo la frequenza dell'intruso e sarà più facile calcolarne la lunghezza di oscillazione.

- E come diavolo farai a schermare le parti che non ti servono per localizzarne la direzione?

- Staccheremo alternativamente le spire sui diversi lati. Fidati, so come fare.

- Non sappiamo neppure in che luogo sarà ricevibile il segnale!

- Sentimi bene, - sbottò Linda - o ti fidi di me fino in fondo o continui a lavorare con Albert ed i suoi discepoli. Lo avrai capito ormai no? Lui è Dio in Terra e tutti gli corrono appresso senza fiatare per timore di essere esclusi dal momento di gloria che stanno aspettando da qualche millennio. Il vero problema sai qual è? Questo momento, coi suoi metodi pachidermici, la sua prudenza e le sue paure non arriverà mai e là fuori, magari davvero in uno dei cinque punti di Lagrange, c'è qualcosa che sta cercando di parlare con noi da troppi anni. Se si trattasse di un invito, vabbè... niente di grave, ma se fosse un ultimatum? Qualcosa del tipo "dateci un segno umano della vostra presenza oppure, in assenza di vita, veniamo a prenderci il vostro pianeta"?

- Cerca di collaborare con gli altri per scoprire quale sarà la prossima area di contatto, - sentenziò Norman - ed io farò in modo di rendere possibile il tuo piano alternativo.

Due settimane dopo, il team al completo riuscì a tracciare un possibile punto di ricezione, ma la sua posizione non era apparentemente utilizzabile: - Abbiamo calcolato la distanza tra Jan Mayen e Uppsala, - spiegò Linda - ed è risultata di di circa 1.711 Km. Prolungando la nostra linea immaginaria con lo stesso intervallo, siamo arrivati a Kobleve, una città dell'Ucraina che si affaccia sul Mar Nero.

- I Russi non accetteranno mai l'ingresso della nostra nave oceanografica in quell'area, - obiettò Norman - ed i loro rapporti tesi con l'Ucraina non ci aiuteranno di certo.

- Ci sarebbe il radiotelescopio dell'Osservatorio Simeiz in Crimea, - commentò Albert - ma la penisola è ormai sotto il controllo politico di Mosca.

- Raccontiamo loro una scusa, - propose Norman - inventiamoci una qualsiasi collaborazione che ci porti ad usare il loro osservatorio. Il segnale radio non sarà visibile sui monitor e nessuno sarà in grado di comprendere davvero cosa stiamo facendo.

- Perché non gli diciamo come stanno davvero le cose? - intervenne Linda - Sbaglio o fanno parte anche loro di questo nostro mondo?

- Condividere queste informazioni coi Russi è assolutamente fuori luogo. - decretò Albert - Non se ne parla neppure!

- Conosco personalmente uno degli astrofisici che lavorano a Simeiz, - continuò Linda – non lo vedo dai tempi dell'università ed era molto amico di mio padre.

- Prima di vendersi al nemico!

- Non esiste un nemico quando si parla di Universo, - ribadì la dottoressa - sarebbe come dire che l'intruso vuole parlare solo con un popolo della Terra, e questo non è concepibile.

- Ammesso che ci sia davvero qualcuno che sta cercando un interlocutore su questo pianeta, - affermò Albert - mi sembra logico dedurre che la prima voce che ascolterà sarà quella con cui continuerà il colloquio per sempre.

- Che vi piaccia oppure no, - ribadì Linda - io andrò a trovare Olsen in Crimea e non mi serve il vostro permesso per farlo.

Norman Key mise subito a tacere la reazione degli altri scienziati: - E' l'unica che può farlo. - tagliò corto - Nessuno è al corrente della sua presenza qui a Monte Palomar ed il suo viaggio passerebbe come una semplice visita ad un vecchio amico. In questo modo avrebbe tutto il tempo di tracciare la posizione dell'intruso senza dedicarsi alla decodificazione del segnale. In caso contrario sarebbe un'occasione persa.

- Non sono d'accordo! - sentenziò Albert Hughes - e come capo progetto non permetterò che si diano informazioni che riguardano la sicurezza nazionale ad un emerito sconosciuto.

- Sentiremo il parere del Presidente, - tagliò corto Norman - credo che nessuno, meglio di lui, possa prendere una decisione al di sopra delle parti.

Identificare il nuovo punto di contatto non significava che sarebbe avvenuto davvero. La logica lasciava intendere che la percentuale di possibilità fosse oltre il cinquanta per cento, ma il calcolo empirico che separava Jan Mayen da Uppsala necessitava di un riscontro temporale accertato. Anche se erano stati in grado di ipotizzare su quale linea avrebbe trasmesso l'intruso, non erano in grado di calcolare la ripetività con cui emetteva il suo treno di bit. Quindi era necessario che tutti i radiotelescopi situati sulla traccia fossero sempre pronti a ricevere il segnale in quella ristretta gamma di frequenza. La comparazioni effettuate tra Palomar e Uppsala confermavano però di come questa variabile di tempo fosse su base mensile.

- Segue l'influsso lunare! - sbottò Linda, dopo aver ricalcolato migliaia di volte le informazioni in suo possesso - quindi, per logica, non può trovarsi tra noi e il nostro satellite!

- Si accorgerà strada facendo di quanti errori si commettono quando ci si fa prendere dall'entusiasmo giovanile, - la rimbrottò Albert - lei deve imparare a ponderare e soppesare ogni elemento pratico e teorico.

- E lei forse dovrebbe imparare a sognare invece di aver così paura di commettere uno sbaglio.

- In questo campo, - la incalzò l'anziano scienziato - gli errori umani minano la credibilità di un ricercatore e lo fanno regredire in quella invisibile scala dove si misura la considerazione che gli altri hanno di noi. Un po' come è successo a lei con la sua presa di posizione alla pagina centodiciassette del suo libro.

- Di fatto avevo ragione!

- Quando Cristoforo Colombo si lasciò alle spalle le colonne d'Ercole per raggiungere le Indie, la sua credibilità era pari a zero. Bisogna sempre portare un pugno di nuova terra per convincere gli altri che esiste davvero. Quindi abbia almeno la pazienza di avere delle prove prima di cantare vittoria.

- Lei sarebbe capace di cancellare queste prove, pur di non darmi ragione.

- Si crede davvero così importante? Comunque c'è del vero nelle sue parole, noi siamo pronti a mettere tutto a tacere se questo può servire a mantenere la stabilità dell'attuale quadro politico internazionale.

- Io invece no, - lo incalzò Linda - e nessuno riuscirà a mettermi a tacere!

Albert rispose con un sorriso sarcastico, scosse ripetutamente il capo e chiamò Norman per un colloquio riservato che durò per l'intero pomeriggio. Alla sua uscita, lo scienziato pareva molto contrariato dal confronto e lasciò anzitempo l'osservatorio.

Ciò che emerse fu la presa di posizione dell'Agenzia Di Sicurezza Nazionale che aveva deciso di autorizzare la dottoressa Sydow a far visita a Sigurd Olsen all'Osservatorio Simeiz in Crimea. - Sia ben chiaro che dovrai seguire tutte le procedure di sicurezza, - la avvertì Norman - perché, in caso contrario, la responsabilità di questa scelta ricadrà direttamente su di me. Mi sono fatto garante di fronte al comitato di crisi della Casa Bianca.

- Siamo quindi arrivati a questo punto?

- La presenza di un intruso fa paura, - le spiegò, invitandola a seguirlo fuori dalla struttura - e questa è la prima volta che qualcosa si avvicina così tanto a noi.

- C'è qualcosa che non mi è stato detto vero? - lo interrogò Linda.

- Ci sono dossier che nemmeno io sono autorizzato ad aprire. - continuò - Personalmente credo che non sia la prima volta che riceviamo un segnale meccanico, ma nelle altre occasioni era soltanto in rapido passaggio nel Sistema Solare. Questa volta invece è qui in pianta stabile... e potrebbe cambiare per sempre le sorti del nostro pianeta.

- Dodici treni di bit e dodici pause anche nei contatti precedenti?

Norman si guardò intorno e annuì.

- Bisognerebbe condividere questi maledetti dossier con le altre nazioni della Terra, - affermò Linda - invece di giocare a nascondino come piace ad Albert e compagni.

- E' già stato fatto, - le confermò, allontanandosi dall'osservatorio - ed è questo il motivo per cui sono stati costruiti i radiotelescopi di Arecibo in Porto Rico ed è in allestimento quello di Guizhou, in Cina. Il problema è che non si trovano sulla linea di scorrimento dell'intruso e che quindi, sono inutilizzabili per il nostro scopo.

- E se fosse voluto? Se non fosse così casuale la posizione dell'intruso ma una scelta precisa dell'intelligenza che l'ha progettato?

- Cosa intendi dire?

- Ho stilato una lista di nazioni su cui passa questa fantomatica linea di contatto. - spiegò Linda, fermandosi a scrutare il cielo - Comprende gli Stati Uniti, il Canada, la Norvegia, la Svezia, la Lettonia, la Lituania, la Bielorussia, l'Ucraina, la Turchia, la Siria, l'Iraq, l'Arabia Saudita, lo Yemen e la Somalia. Poi, nell'oceano pacifico, sfiora l'isola francese di Reunion e quella britannica di Mauritius, scende fino a toccare l'Antartide e in seguito soltanto oceano, prima di accarezzare di nuovo le coste della California. Non ti sembra che manchino nazioni politicamente importanti in questo tracciato? Intendo Russia e Cina per esempio.

- Può essere un caso. - obiettò Norman.

- E per lo stesso caso si sta consumando una vera e propria guerra per accaparrasi queste terre da parte di una delle due?

- La Russia s'è presa la Crimea per evitare che il suo gasdotto nel Mar Nero ricadesse sotto la territorialità dell'Ucraina. Siria e Iraq sono da sempre considerate zone di guerra e lo Yemen non è da meno. Per quanto riguarda la Cina, non c'è nessuna interferenza nelle zone di contatto.

- Però ha inviato recentemente una sonda sulla Luna di cui s'è parlato poco e che, ufficialmente ha smesso in fretta di funzionare.

- Dove vuoi arrivare? - la incalzò con decisione.

- Per adesso, - rispose Linda - fino in Crimea.
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