E
mi ritrovo a parlare di te nel vuoto di ogni
momento... mi ritrovo e mi perdo in questo
tempo così diverso, in questo divagare
incerto, in questo vibrare d'immenso, come
se la vita avesse finalmente preso il giusto
verso.
Forse è davvero giunto il momento
di considerare il dolore come un'assenza,
come un giorno vissuto senza coglierne il
senso, come una notte svuotata da ogni presenza,
come passi perduti sull'alta via dei sogni
dove ogni incontro è una festa e possiamo
sfidare insieme le nuvole scure che accompagnano
la tempesta... gli occhi negli occhi, le mani
intrecciate, oltre il confine giù a
perdifiato... dove la vita è un alito
caldo che tutto avvolge tra le sue brame:
un posto perfetto per chi si ama.
Mi ritrovo a parlare di te per strada, guardandomi
intorno, e subito vengo a cercarti come se
fossi l'unica al mondo, come se ogni cosa
ti appartenesse da sempre, come se in ogni
istante tu fossi presente... come se l'aria
mancasse di colpo, come se il vuoto fosse
profondo, come se bastasse chiudere gli occhi
per ritrovarti tra le mie braccia... e se
qualcuno non è d'accordo, adesso taccia!
Non c'è coraggio senza paura, non c'è
speranza senza tortura, non c'è più
niente che possa arginare questa corsa infinita
che dovrà durare e niente e nessuno
potrà mai spezzare questa nostra quiete
che mi sa calmare.
Parlare di te non è mai scontato ed
ogni giorno io resto incantato dentro il tuo
sguardo che si colora di intenso quando ondeggi
il capo come un campo di grano... accarezzato
dal vento che si insinua profano... tra la
tua pelle e mi incendia di voglia, tu vibri
nell'aria come una foglia, ti lasci sfiorare
senza cadere ed io mi perdo nel tuo piacere.
E parlo di te a chi nemmeno capisce e mi
scodinzola accanto perché è
sempre felice... parlo di te senza dire niente
ed ogni parola è una carezza, ogni
sospiro è una nota di fondo, una musica
calda che mi gira intorno, un soffio inquieto
che mi arriva sul collo, un fiore di campo
che ti orna i capelli... e le tue labbra rosse
come coralli, i tuoi occhi incantati come
un cielo terso ed il tuo sguardo forte che
si fa diverso, mi guardi ancora... e mi sento
perso.
E mi ritrovo a parlare di te senza saper
più cosa dire perché solo stringendoti
mi par di capire che non c'è più
spazio per la paura ma solo il tempo per un'eterea
danza... noi siamo noi in perfetta assonanza,
siamo noi come unità di misura che
comprende e racchiude quel che è stato
finora.
Parlo di te come se non ci fosse un domani,
parlo di te e intreccio le mani, muovo le
dita per plasmare nell'aria quel senso di
incanto che ogni volta mi assorbe e mi lascia
stordito a raccontarti la storia, ad incastrare
le parti di questa fiaba incantata in cui
Tu non dormivi ma io ti ho svegliata... io
ti ho svegliata.