Muoviti...
fai un passo avanti o indietro, è indifferente.
Purché non resti ferma, immobile, a
confondermi. Avvicinati e sorridimi, oppure
vattene di corsa senza nemmeno voltarti indietro.
Come se fosse amore... senza indifferenza,
senza pace, senza il tempo di capire che ciò
che ci unisce è folle, smisurato, inutile
e dannoso. Quel che invece ci divide è
puro e chiaro, perfetto, persino coerente.
Racchiude in sé quella rara forma di
logica che imbriglia e conquista amabilmente
la mente.
Eppure vorrei prenderti senza usarti, come
un fiore... senza coglierti. Vorrei stringerti,
parlarti, raccontarti di me, della mia vita,
di quanto tempo ho perso nel cercarmi, per
poi ritrovarmi riflesso di colpo nei tuoi
occhi. Come se fosse amore... e non un caso,
perché il destino è come il
mare, ti avvolge, ti sospinge, ti trascina
ovunque vuoi andare ma non gli importa nulla
se poi non sai nuotare.
E poi ci sono le tante braccia che abbiamo
stretto, le lacrime già versate, le
parole già dette, a volte inutili,
a volte esageratamente dolci e suadenti, quelle
che ti rimangono un po' addosso ma che non
ti penetrano mai completamente dentro. No...
non dirmi che per te è lo stesso, non
tentarmi, ormai ci sono troppi occhi racchiusi
nel medesimo riflesso.
Avvicinati però... respirami addosso,
rinchiudimi dove nessuno possa vederci, come
se fossimo prigionieri per sempre, stretti uno
all'altra tra le pareti bianche e assurde di
una stanza ed il nostro fosse un maledetto amore,
uno di quegli amori senza speranza. È
una questione di attimi, a volte di contrattempi,
di indecisioni fatali, di paure ataviche, di
ferite ancora fresche. Forse non ricordo nemmeno
come si bacia una donna al primo appuntamento,
oppure ho il terrore di sbagliare di nuovo,
ancora una volta, e ritrovarmi da solo sotto
quel dannato lampione dove un attimo prima io
ti volevo mangiare e tu non aspettavi altro.
Come se fosse amore... tremi ma non fa così
freddo e intanto si rincorrono all'unisono
i nostri battiti in gola. No, ti prego, adesso
non affondare tra le mie braccia, non scomparire
tra le mie mani grandi come se tu fossi una
fragile piuma invadente, lasciami il tempo
di comprendere almeno questo sconosciuto e
piacevole turbamento. Aspetta... aspetta...
lasciami pensare, lasciami riflettere, lasciami
sorridere di nascosto in silenzio. Lasciami
immaginare che ci rivedremo qui ancora, proprio
nello stesso posto, magari a lampione spento,
che non cambia la nostra luce ma potrebbe
ingannare il tempo. E dopo averti stretta
così forte non c'è più
spazio per niente, mi sei rimasta così
addosso da confondere la tua pelle con la
mia, in un legame che sembra di sangue e invece
è di miele e mi incolla al tuo corpo
che ormai mi appartiene. E non posso far altro
che concederti il mio perché, anche
se non è davvero un inizio, non è
certo un addio.
E allora, prima di andarcene, diamoci un appuntamento.
Come se fosse amore... come se si potesse allungare
un pensiero ed avvolgerlo più volte attorno
alla vita, per intrecciarci l'un l'altra in
una catena infinita, in un groviglio di anima
e corpo a dosi alterne, affinché questa
magica pozione non scada e vada avanti in eterno.
Affinché ogni istante sia l'ultimo e
il primo di un garbuglio di voglie... in un
piacere divino.
Come se fosse amore... però senza
dargli un nome, senza definirne la forma o
il confine, senza doverlo spiegare agli altri,
senza confondere le parti, senza quel terribile
senso di vuoto che a volte prende il sopravvento.
Come se fosse amore... ma in ogni momento.